50 km di Romagna - Lunedì 25 aprile

Lunedì 25 aprile, Festa della Liberazione, Lunedì dell’Angelo e mio onomastico … h 19,36 - sono ad Orte, in coda per entrare in autostrada, intorno un mare di automobili con varia umanità che ritorna verso casa …
Squilla il telefono, è il Presidente:
- A Picciò, complimenti … 5h 58m, quindi l’hai chiusa in meno di 6h, sei stato grande … -
- A Presidè, ma che dici, ho fatto schifo … 7 minuti di media a km …
- Ma ti sei fatto 50 km !!! E poi ricorda che chi arriva ha sempre ragione, mentre chi non parte o si ritira ….
- Bhè si, comunque è stato importante arrivare; e poi Presidè è stata proprio dura … Umidità e temperature alte e percorso veramente difficile, tutto saliscendi, con la ciliegina sulla torta di una scalata di 5 km e successiva immediata discesa di altri 5 km … non proprio l’ideale per i muscoli …
- Dai dai, che mi hai fatto fare comunque bella figura ….
- Bhè, grazie ancora Presidè ! Ancora una volta hai dimostrato di essere il numero uno ….

Ecco, in sintesi questa è stata la mia Ultra della 50 km di Romagna, disputata il giorno di Pasquetta.

Ma andiamo per gradi, riavvolgiamo il nastro di questo fine settimana veramente particolare.

Domenica 24 aprile – giorno di Pasqua
h 9,30 - Zagarolo: in giro per il mio quartiere c’è veramente pochissima gente, tra l’altro il tempo non è neanche bello, ogni tanto qualche goccia di pioggia si mischia al sudore della mia fronte. Oggi non avevo previsto di uscire a correre, ma la settimana precedente, causa un fastidiossimo raffreddore, non mi sono mai allenato. E poi devo completare il test delle Nimbus nuove, adattare le gambe ed i piedi alla morbidezza delle suole praticamente intonse; 8/9 km di leggeri saliscendi, conditi da un piccolo strappetto veloce alla fine.
Dai finestrini delle auto che incrocio sguardi esterrefatti mi scrutano, etichettandomi certamente come un pazzo - ma tu guarda questo, invece di strafogarsi una bella colazione pasquale a base di coratella e uova come noi normali, se ne va in giro in pantaloncini e maglietta … ma che pensa di fare ??? –
Ma si, è il destino di ogni runner, essere sempre di peso e di impiccio (per la coscienza …) degli altri; fa niente, ormai ci sono abituato.
h 13,00 – Pranzo “light”, a base di ravioli in bianco e patate … Gli altri commensali pasteggiano con lasagne, abbacchio alla scottadito, carciofi, cioccolata e pastiera … no, io non posso, la dieta pre-gara non lo consente … ed allora altre occhiatacce e commenti salaci … uff, che nervi !
h 15,00 – La mia nipotina Alice, 10 mesi, cerca di gattonare nel giardino finalmente riscaldato da un pallido sole.
- Ma dove te ne vai adesso ? Tutti quei chilometri in macchina, da solo ? Ma resta qui, no ? –
La voce di mia sorella mi rimbomberà dentro in tutto il tragitto che da Zagarolo mi porta a Castel Bolognese (prov. Ravenna). Scelgo di transitare, anche per risparmiare qualche chilometro di strada e, soprattutto, €uro di pedaggio per la statale E45, una specie di mulattiera a due corsie piena di buche e lavori … 220 km per arrivare a Cesena, poi A14 fino a Faenza. In tutto 400 km circa, 4h di viaggio, con il sottofondo della classifica dei 25 brani più belli degli anni 80 che una nota radio ha la pretesa di propinarmi.
h 19,45 – Ritiro il pettorale a Castel Bolognese. Questo paesone senza particolare slanci stilistici-architettonici è già pronto per l’evento di domani. Palco e gonfiabili montati, cartelli di divieto di sosta e relativa minaccia di rimozione forzata in ogni dove, lo stand della 100 km del Passatore che occhieggia … E poi sparuti gruppetti di podisti, o presunti tali, che sciorinano di prestazioni da record del mondo in quella tale gara … mah, resto sempre più convinto che noi Italiani fino alla partenza delle gare podistiche ci sentiamo un po’ tutti Keniani …
h 20,30 – Dopo aver cenato con un paio di tranci di pizza (è Pasqua, non si poteva proprio trovare di meglio …) eccomi alla periferia di Imola, all’Hotel Olimpia, a 6 km da Castel Bolognese. Sbrigate con un cordialissimo e professionale portiere le formalità di rito, prendo possesso della mia camera. Una gradita sorpresa: attraverso un opuscolo l’hotel mi informa che sta adottando una politica low cost per quel che riguarda il frigo bar; snack vari e birre a 1€, una bottiglia di acqua minerale a 0,50 € … Finalmente !
h 22,30 – Pronto per la notte; Sky Tg24 rimanda continuamente immagini della Pasqua italiana e di quella, assai drammatica, consumata in altre località, Siria e Libia su tutte, a noi neanche troppo lontane. Basta, ora è l’ora del riposo, domani sveglia alle 5,30 …

Lunedì 25 aprile – giorno della gara.
h 7,30 – Colazione consumata, funzioni corporali espletate, doccia ok, vaselina, integratori, banana, asciugamano, cambio ed acqua in borsa, garmin al polso … Si, c’è tutto, sono pronto per la sfacchinata … Lascio la chiave della stanza al bancone, corroborato anche dall’ennesima dimostrazione di cortesia del personale dell’hotel. – Può lasciare la camera quando vuol, anche oltre le ore 17 … - Bene, qui ci sanno proprio fare, sanno cos’è la disponibilità …
h 8,15 – Eccoci schierati, pronti a confrontarci sotto lo striscione dell’arrivo con le nostre aspettative e, per quel che mi riguarda, non rendendomi neanche conto di quello che dovrò affrontare. Su alcuni siti avevo letto della scalata al monte Tebano, ma poco o nulla sul percorso comunque in leggera salita per i primi 25 km … Vabbè, ormai ci siamo, dopo una complicata punzonatura (dall’altoparlante una voce romagnola ci urla di andare avanti, poi indietro, poi di nuovo avanti …) siamo tutt’orecchi per il Fratelli d’Italia che precede lo start.
h 8,35 – Partenza in leggero ritardo, a causa proprio delle operazioni preliminari … Temperatura gradevole, ma umidità già pesante. Dopo un paio di chilometri circumnavigando Castel Bolognese, sono già madido di sudore. No, decisamente troppo caldo per me … Per fortuna ho usufruito della promozione del frigo-bar dell’albergo e quindi ho con me una bottiglia di acqua che faccio letteralmente evaporare attraverso il corpo nei primi 3 km …
h 9,40 – Ho con me 4 bustine di Gel Enervitene. Nella mia programmazione è previsto il consumo di una bustina ogni ora, di modo da arrivare alla fine della 50 in maniera piuttosto regolare ad una media di circa 10km/h. Guardo il Gps, ho percorso circa 11,5 km, quindi sono in anticipo rispetto alla tabella … Mi conforta poi il partner virtuale dell’orologio; il “bastardo” è dietro che arranca, gli sto facendo mangiare la polvere …
h 10,58 – Mi sono lasciato alle spalle Riolo Terme, bella località dove l’acqua ha consentito alla popolazione locale di mettere in piedi un evidente business legato alla cura della persona. Alberghi e pensioni non si contano, così come gli applausi dei loro attempati ospiti. Bene, un po’ di incoraggiamento ci vuole proprio, è giunto infatti il momento di affrontare l’impervio Tebano. Cerco di caricarmi con un’altra bustina. Ho finora percoso 24 km, sono abbondantemente sotto la tabella, il “bastardo” è un puntino lontano sul display ….
h 11,32 – Accidenti che fatica. Il respiro è decisamente affannato. Chilometro 28, i mini cartelli ai lati della strada indicano che mancano ancora 2 km alla cima Coppi di questa gara. Sto praticamente camminando, così come gli altri podisti. Nei dialetti più disparati si intuiscono i vari smoccolamenti. Complice il sole che sta uscendo, la percentuale di umidità sembra calare. Ora però mi arrostirò per benino …
h 11,52 – In cima c’è il ristoro. Chiedo se possono darmi un paio di gambe nuove, le mie ormai sono due pezzi di legno … Una signora del ristoro, un avanti con gli anni, mi risponde che se voglio posso fare a cambio con le sue, anche se ormai sono un po’ vecchie; bene, dopo questa gaffe è l’ora di controllare il “bastardo”…. Orrore, mi ha superato, per lui la salita non c’è stata !!! Ho impiegato quasi un’ora per percorrere 5 km e lui, invece, i soliti 30 minuti … Comincio a pensare che si sia dopato …. Neanche finisco di figurarmi la scena dell’omino che si droga che mi ritrovo in una ripida discesa …
h 13,01 – Chissà, siamo a 4,5h di corsa, i primi concorrenti sono arrivati da un pezzo … Sono già passati di qui, io invece incrocio ora il cartello che indica 10 km all’arrivo. L’ultima bustina l’ho ingurgitata nella speranza di recuperare l’affaticamento ed i crampi dovuti alla scalata e discesa dal Monte Tebano, ma ogni tanto una fitta mi prende dietro la gamba sinistra. Sono costretto a rallentare e camminare. Cerco allora di adottare la tecnica del tapascione … corricchio per un chilometro e 200 metri e cammino per 800 metri … Certo, se becco quello che mi è passato accanto con la bici e 5 km fa mi ha urlato “coraggio, ora è tutta discesa …” … ma quale discesa, qui è un percorso tormentato dalle salite e dalle discese ….
h 14,01 – Anche il “bastardo” è ormai sotto la doccia, a bearsi del mio fallimento. Mancano ancora 3 km, incrocio un agriturismo dove i bambini rincorrono un pallone ed i grandi se ne stanno sotto un pergolato, accompagnando le loro discussioni con bicchieri di vino e sigarette. Ah, come vi invidio ! C’è ancora un ristoro, ormai divenuti per noi ultimi disgraziati marciatori (non si vede più nessuno correre …) occasione conviviale da passare con i simpaticissimi volontari. Una signora ci offre una crostata di frutta fatta da lei; mi fido di quello che mi dice un tizio di Bergamo e, soprattutto, del mio sguardo; sò che è buonissima, ma non riesco proprio a mangiare solidi. Carissima signora grazie, sarà per un’altra volta.
h 14,20 – Ho convinto il tipo di Bergamo con il quale sono andato avanti per 2 km e che mi ha raccontato della 100km del Passatore che ha in programma di fare tra un mese, ad allungare e non aspettarmi … Voglio restare solo nel mio claudicante incedere verso il traguardo, ormai tocca solo portare la pelle a casa. Però non c’è niente da fare, a 800mt dall’arrivo, prima del vialone che mi condurrà sotto lo striscione dell’arrivo, mi si affianca un altro canuto podista … mi racconta che per lui questa è l’ottava 50 km di Romagna, la diciassettesima ultra e che vuole arrivare alla ventesima … Non ho il coraggio e neanche la forza di chiedergli cosa succederà dopo la ventesima. Cerco solo di liberarmi anche di lui, letteralmente spingendolo con una mano, incitandolo ad andare avanti. Lui non mi molla, forse ha capito il mio stato d’animo, forse … Mi rassegno. Percorriamo le ultime centinaia di metri correndo, con gli altri podisti giunt al traguardo che ci incitano con dei “bravi” e “grandi” e “forza, è fatta” che hanno l’effeto di un balsamo per il mio spirito. Il mio compagno vorrebbe mollare gli ultimi 200 metri, mi dice che ha le gambe a pezzi e che il ritmo è troppo veloce … Stavolta la mano che gli metto sotto il braccio è di conforto, vorrei trasferirgli le ultime stille di energia che mi sono rimaste … ci premiamo a vicenda passando insieme sotto il traguardo e complimentandoci per l’impresa.
h 14,29 – E’ finita, ho la medaglia al collo. Ora ho solo bisogno di bere e cercare una panchina per togliermi le scarpe. I piedi mi fanno male, il caldo e gli sfregamenti della discesa mi hanno creato delle vesciche che, per fortuna, non mi hanno impedito comunque di giungere al traguardo. L’organizzazione sta già smontando gli altoparlanti del palco, segno evidente che ormai non c’è più niente da dire. Alcuni reduci dalla battaglia della 50 km di Romagna devono ancora tagliare il traguardo; sulla strada per la riconsegna del chip sono ora io che incito loro.
h 16,00 – In macchina verso casa. Non ho pranzato, non ne ho voglia. La strada verso casa è lunga, si prevede parecchio traffico per il rientro. La solita radio mi accompagnerà per il lungo viaggio di rientro. La mente ora è sgombra; comunque l’impresa l’ho portata a termine. Mi risuonano le parole del Presidente proferitemi dopo il ritiro all’Ultra del Gran Sasso dell’anno scorso … “l’unico ritiro ammesso è quello della medaglia a fine gara” …
Nella borsa c’è la mia medaglia, questo ora mi basta …