18 aprile 2010 - Trail della Capitale

Domenica mi sono cimentato, ancora una volta, in una folle avventura.
Certo, mi ripeto sempre, forse alla mia età dovrei essere più prudente, o finirà che un giorno o l’altro mi romperò l’osso del collo, ma alla fine l’incredibile fascino di questi eventi prevale sempre sulla ragionevolezza e allora…perché no?
Parlo del Trail della Capitale, uno dei più belli, in termini naturalistici, tra quelli organizzati nella nostra regione. Si svolge sui percorsi di montagna che si dipartono dai pratoni del Vivaro, con dislivelli di circa 700m in salita ed altrettanti in discesa. Partenza e arrivo nell’area pic-nic dei Pratoni. Lunghezza totale del percorso, circa 18 chilometri.
Pensavo che facesse parte del nostro calendario Trail, ma ho scoperto che non è così. Forse la concomitanza con l’Appia Run? In fondo non ha molta importanza.
La partenza era in salita e visto che non avevo fatto neanche dieci minuti di riscaldamento, già dopo un chilometro avevo la lingua intorno al collo e frotte di persone che mi scavalcavano.
Ad un certo punto ho cominciato a camminare, anche perché il sentiero non consentiva sorpassi e si era formata una coda di qualche decina di persone che anch’esse camminavano. Almeno avevo un alibi.
Poi sono venute le salite vere, quelle in cui perfino camminare era faticoso, e lì non c'erano alibi; le brevi discese davano scarso sollievo ai quadricipiti ormai impietriti. Per di più sui cosiddetti sentieri, era un impresa trovare un appoggio per i piedi.
Solo dopo circa nove chilometri, raggiunto il culmine del colle, la boscaglia si diradava ed era possibile ammirare il paesaggio in basso compreso lo specchio smeraldino del lago di CastelGandolfo; ma nel programma non erano previste soste, la discesa si profilava di fronte a noi e invitava a sciogliere (finalmente) le gambe. E allora giù a scapicollo per chilometri, con brevi (e salutari) intervalli di risalita, non più così dura però.
Chi mi conosce sa che sono amante delle discese, ma in realtà, forse non sono nemmeno un discesista, è solo che ormai in salita, a causa della vecchiaia che si mangia i muscoli, anno dopo anno, non vado più neanche a calci e solo in discesa, con l'aiuto della forza di gravità, posso sperare di recuperare qualche minuto o qualche posizione.
Infine l’emozione dell’arrivo in perfetta solitudine, dove ho sfoderato un applaudito quanto inutile allungo.
Certo, non ho vinto niente. Premiavano solo il primo della mia categoria, ed io non ce l’ho fatta. Eravamo in parecchi, e molti erano degli specialisti; onore al merito.
Per la legge del contrappasso, nella categoria delle ragazze di trentacinque anni, i premi erano molti di più, ma la partecipante era una sola. E’ arrivata dopo i fuochi ed ha vinto meritatamente il primo ed unico premio assegnato, con un largo sorriso.
Si sa che queste gare sono povere. La tassa di scrizione però non lo era (10 euro), e poiché non era previsto neanche il pacco gara, forse un piccolo sforzo in più si poteva fare.
Ma in fondo, chi se ne frega. Tanto se ci avessero pagato, non saremmo mica andati. Appuntamento al prossimo Trail.