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Trail Sante Marie

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Messaggio  Marco "Tepi" Piccione Mar Lug 05, 2011 6:59 am

Cristo si è fermato a Eboli.
A 48h di distanza dalla 10.ma mezza maratona trail del “Sentiero di Corradino di Svevia”, il capolavoro di Carlo Levi si è trasformato in me da inchiostro, carta ed immaginazione in sudore, fatica e fascino per l’attraversamento di luoghi in cui il tempo sembra davvero essersi fermato ed in cui gli abitanti del posto amano ritrovarsi nelle strade e piazze dei loro minuscoli centri, recalcitranti ai richiami di quel focolare domestico che oramai è diventata la televisione …
Sante Marie, quota 850 metri, un manciata di casette arroccate sul crinale di impervie montagne, con il Velino a corollario. Nelle prime pagine della guida allegata al generoso pacco gara, la statistica indica in maniera inequivocabile come il paese e le sue 6 frazioni vedano inesorabilmente ridursi la popolazione. Lungo il percorso fangoso ed accidentato del trail i segni di questo declino assumono i connotati di case e stalle ridotti ormai a ruderi, con la rigogliosa vegetazione che torna ad esigere il suo tributo su ciò che l’uomo ha creato e poi abbandonato.
Dopo un piccolo “giro di lancio” all’interno del paese, eccoci inghiottiti dalla natura. I polmoni godono da subito dell’aria pulita e la grande quantità di ossigeno che noi podisti-cittadini finalmente respiriamo sembra gonfiare ancora di più i muscoli delle gambe; di contro le caviglie cominciano subito ad “urlare” di dolore per il continuo maltrattamento che il terreno accidentato provoca ad ogni passo.
Incontriamo diverse pozze di acqua e fango, ma siamo all’inizio e con piccoli saltelli non si fatica ad evitarle mentre i lunghi tratti percorsi su strada in discesa (credo che in tutto siano stati almeno 5 km, non pochi per una gara che si definisce trail …) consentono di abbassare notevolmente i tempi. A pareggiare i conti con il cronometro, però, ci si mette la sbadataggine di noi podisti in complicità con una certa sufficienza dell’organizzazione della gara; ci ritroviamo in 25/30 persone su di un sentiero, imboccato in fila indiana, che semplicemente non è quello giusto …. Tra strepiti, battute al vetriolo ed improperi diretti non si sa bene a chi, decidiamo di tornare indietro, verso la strada. E’poco prima della lingua asfaltata che scorgiamo alla nostra sinistra, penzolante da un ramo troppo nascosto per essere visto da chi corre, un mozzicone di fettuccia bicolore la cui funzione sarebbe quella di indicare la retta via … Altre paroline non proprio dolci e di nuovo in fila indiana, a tentare di arrampicarci su un costone di montagna tanto fangoso quanto scivoloso. I più arrabbiati sono quelli che riescono ad andare per la ripida salita senza apparente difficoltà, quasi che gli almeno 10 minuti persi per l’inconveniente abbiano loro trasformato le suole delle scarpe in cingolati; io al solito me la prendo comoda, d’altronde questa volta sono anche ampiamente giustificato ….
Cerco comunque di mantenere un ritmo “dignitoso” e, sebbene non abbia orpelli tecnologici per misurare il tempo e/o i chilometri, sento di andare abbastanza bene; i miei punti di riferimento sono dei podisti di Velletri con le loro classiche canotte gialle. Ci sorpassiamo vicendevolmente, loro lo fanno nelle discese (che poi sono il mio vero punto debole nelle gare trail, non riesco a lasciare andare le gambe e la paura di cadere mi frena parecchio) ed io nei tratti in salita o in piano. Andiamo avanti così per diversi chilometri, fin quando, al termine dell’ennesima ripidissima discesa, la mia lampadina si spegne completamente.
Da 2 ragazzi che attendono i concorrenti ad un bivio per indicare loro la strada e dare conforto, riesco a sapere che mancano circa 4 km all’arrivo e che, ormai, ci sono 3 km di pianura. Sarebbe il momento di spingere sull’acceleratore, tentare l’allungo; tra l’altro il percorso, da infido ed accidentato, in questo tratto si trasforma in un placido sentiero di campagna, con campi di grano, alcune stalle ed una rumorosissima segheria a fare da contorno. Purtroppo però ho le energie ridotte al lumicino, non riesco proprio ad andare; inoltre comincio a sentire i crampi della fame e rimpiango all’infinito l’aver lasciato la banana a cuocere nel portabagagli della macchina …
Ok, approccio alla gara sbagliato … Ora però ho davanti a me l’ultimo strappo in salita, vedo in lontananza il campanile di Sante Marie. Le trappole, però, non sono terminate. C’è un’ultima prova che dobbiamo superare. Nel bel mezzo del sentiero, adagiata lungo tutta la sua larghezza e lunga circa 10 metri, si apre davanti ai miei occhi una pozza di acqua e fango … lo sconforto mi assale, penso che neanche il “Figlio del Vento” (alias Carl Lewis) ai tempi dell’Olimpiade di Los Angeles sarebbe stato in grado di saltare questo laghetto, figuriamoci io in queste condizioni … Mi faccio coraggio e comincio a guadare la pozza. Le gambe affondano nella morbida melma fino alle caviglie, ed il momentaneo refrigerio ai piedi lo considero quasi piacevole; in sei passi sono fuori, e nel ciabattare di nuovo sullo sterrato sento rumori sinistri provenire dalle mie scarpe … Ad ogni passo espello un po’ d’acqua, ma ho i calzini talmente zuppi che per un attimo penso anche di fermarmi e toglierli. Se prima era per me difficile correre, figuriamoci ora …
Arrivo all’ultima salita, il suono di un’assordante quanto inspiegabile sirena “da imminente bombardamento” rimbalza da una vetta all’altra frastornandomi non poco; ora però gli ostacoli e le trappole sono finite, vedo il traguardo. Lo speaker della manifestazione se la ride, pregusta già la battuta che diffonderà urbi et orbi: “Marco Piccione, ma non dovevi volare qui al traguardo ? …” . Ma si, me la rido anche io, il trail di Sante Marie è anche questo; e poi mi prendo la rivincita facendo fuori in pochi bocconi l’ottima pasta al sugo condita all’interno di una bacinella …
Grazie Sante Marie, a presto …
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Messaggio  angelo Mer Lug 06, 2011 7:00 am

Complimenti per il racconto. Molto avvincente!
Ieri intorno alle 18.30 eri in pineta con una maglietta rossa della Roma-Ostia di qualche anno fa? C'ero anche io con la stessa maglietta. What a Face
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Messaggio  Marco "Tepi" Piccione Mer Lug 06, 2011 9:20 am

ciao Angelo, grazie per i complimenti Very Happy

ieri non ero io, ma a questo punto la domanda sorge spontanea ... ho un sosia ??? affraid
Marco
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Messaggio  angelo Mer Lug 06, 2011 10:26 am

...o sono io che ero stravolto dalla stanchezza? What a Face
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Messaggio  fabrizio Gio Lug 07, 2011 2:41 pm

Marco "Tepi" Piccione ha scritto:ciao Angelo, grazie per i complimenti Very Happy

ieri non ero io, ma a questo punto la domanda sorge spontanea ... ho un sosia ??? affraid

No speriamo che non ci siano sosia in giro......... Wink
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